PNEUMATICI PIRELLI F1: COMPOSIZIONE, FUNZIONAMENTO E CURIOSITÀ

In questa sezione abbiamo già parlato di argomenti piuttosto complicati: dal motore alle ali, dal porpoising alla standardizzazione della nostra macchina prefe. Tra tutti, però, non c'è niente che mi abbia confuso di più di quello degli pneumatici, specialmente il regolamento di questi. Dopo aver studiato, cercato e ricercato ho deciso di non spiegarvele, semplicemente perchè ancora non le ho capite. Sono più che contenta di limitarmi a parlare brevemente di altri dati altrettanto interessanti al fine di acquisire sempre più informazioni su questa incredibile creazione ingegneristica.

composizione: Uno pneumatico di F1 è composto da tre elementi: il primo è il battistrada, ovvero la parte più esterna della gomma a contatto con l’asfalto e quella soggetta ad usura; il secondo è la carcassa, che costituisce lo scheletro del pneumatico. Per ultimo la zona che si trova tra la carcassa e il cerchione. Questa zona è vuota in quanto non composta da materiali allo stato solido, ma al suo interno contiene un gas a base di azoto.

funzionamento: lo scopo degli pneumatici è accessibile a tutti. Ciò che può risultare meno chiaro è cosa ne influenza la performance: qui entrano in gioco numerosi aspetti che rendono una gomma più o meno efficace, tra cui il peso della vettura, le forze laterali in curva, la forza dell'accelerazione e della frenata e la forza della deportanza, sviluppata da tutte le componenti aerodinamiche che permettono alla vettura di aderire ulteriormente al suolo. Il tutto va ad influenzare la forza l'attrito tra la gomma e l'asfalto e la temperatura di questa, i due dati che gli ingegneri tengono maggiormente in considerazione.

Perchè una componente così comune e apparentemente semplice come lo pneumatico può influenzare così tanto l'andamento di una gara? E perchè la strategia del cambio gomme può permettere ad una vettura meno veloce di vincere? Ricordiamo che la gomma è soggetta ad alte temperature, e a seconda del tipo di gomma (morbida, media o dura) questo fenomeno può portare anche la migliore delle macchine a perdere tantissima prestazione. La gomma deve essere mantenuta ad una temperatura precisa e costante: Se troppo fredda non permette un buon controllo della vettura e provoca scivolamenti. Se troppo calda può invece rovinarsi, causando problemi come il blistering, ovvero la formazione di bolle d'aria tra il battistrada e la carcassa che provocano uno strappo nella superficie della gomma che può, con l'usura, ingrandirsi e ostacolare il controllo della vettura. Un altro fenomeno problematico è il graining: quando l'asfalto non è gommato (ossia quando nessuno ha ancora fatto giri in pista e non ha lasciato quella scia di materiale gommoso che provoca ulteriore aderenza), lo pneumatico tende a scivolare lateralmente provocando dei "riccioli" di materiale della gomma stessa che aderiscono al battistrada e fanno perdere l'aderenza ottimale al suolo.

Insomma, la gestione delle gomme è molto più importante di quanto si possa credere: abbiamo spesso assistito a vittorie strategiche piuttosto che vittorie dettate dalla velocità; vetture ad altissima prestazione ma che, a causa di un assetto millimitricamente scorretto, provocano un'altissimo degrado alle gomme in poco tempo; piloti diventati padroni della gestione delle gomme alla guida, portando un set di pneumatici a girare molto più del previsto.

Ah si, ci sono sia gomme da asciutto che gomme da pioggia.

Non basta un articolo per dare una chiara idea. Ne farò un altro, non preoccupatevi.

Indietro
Indietro

PNEUMATICI PIRELLI F1: SECONDA PARTE

Avanti
Avanti

PAGELLE SCUDERIE: STAGIONE FORMULA 1 2022